”la corsa giusta” di antonio ferrari
”La corsa giusta” di Antonio Ferrari
Il libro che io consiglio vivamente è “La corsa giusta”, lo consiglio perché insegna a seguire tutte le nostre passioni. E un libro ambientato nella seconda guerra mondiale e parla di un ciclista che portava i messaggi per la liberazione del Italia e di gran parte del Europa dai nazisti e fascisti. Il libro insegna anche che la fatica porta sempre un buon risultato, che la vita va vissuta al massimo delle propri capacità.. Questo ciclista attraversava le Alpi e gli Appennini per un messaggio e andava da Roma fino in Unione sovietica. Inoltre dice che sebbene la guerra porti con se distruzione e molto altro, c’è sempre spazio per le proprie passioni, la sua passione ovvero il ciclismo ha potuto aiutare l’ Italia e non solo.
Nel 1920 è nato e purtroppo la sua famiglia era povera ma nel 1930 gli riuscirono a comprare una bicicletta e così inizio ad appassionarsi al ciclismo. Poi finiti gli studi prese lavoro in un officina, poi scoppio la guerra e l’esercito lo uso per passare i messaggi importanti dalli Italia al intera Europa, nel 1943 quindi nel periodo della resistenza rischio di essere beccato dai tedeschi ma essendo veloce riuscì a tornare nella parte Alleata. Il ruolo dei ciclisti era molto utile ai Partigiani, ma nel 1945 anno di fine seconda guerra mondiale si ammalò ma non morì. Continuò a fare il ciclismo ma penso che la guerra glia aveva portato -via gli anni migliori della sua vita e questo era vero. Più avanti con glia anni andava più correva meno velocemente. Un giorno Venne chiamato per essere intervistato nel 1965 su RAI SAT STATO ovvero la rai uno del 1965 gli venne riconosciuto uno speciale grado di Partigiano e le sue parole furono “10 DA SOLDATO NON ERO SICURO DI VIVERE A LUNGO MA SONO FELICE DI ESSERE QUI UN GRAZIE A RAI SAT STATO PER AVERMI INTERVISTATO E UN GRAZIE AI PARTIGIANI PER LA RICONOSCIENZA AVUTA NEI MIE CONFRONTI,ARRIVEDERCI E GRAZIE”.
Dopo essere stato intervistato non fece più ciclismo ma continuo a seguire il ciclismo anche se anzianotto. La sua storia fa riflettere e anche le parole di quando è stato intervistato dalla rai che sperava dì restare vivo e così è stato, è stato un grande uomo: soldato, partigiano,ciclista e altro che noi non sappiamo su di lui perché sappiamo solo le sue “imprese “più importanti e “popolari” e non molto altro, lui come soldato partigiano ha dato molto più di tanti altri.
Questo consiglio di lettura ti ha incuriosito?
Puoi trovare il libro nelle biblioteche del Sistema Bibliotecario BiblioGO!