”il prete giusto” di nuto revelli
Valentina N. – classe III BLL – ISIS Michelangelo Buonarroti di Monfalcone
”Il prete giusto” di Nuto Revelli
Durante il periodo della vacanze scolastiche pasquali, che coincidevano anche con i festeggiamenti per il 25 aprile, in mezzo ai vari libri sul tema, mi ha incuriosito questo volumetto il cui autore è Nuto Revelli, ufficiale degli alpini in Russia e valoroso protagonista della Resistenza nella zona Cuneese. Nelle pagine di questa piacevole lettura, che ci fa riflettere, da la parola a uno dei tanti protagonisti, spesso a torto dimenticati dell’epopea partigiana e della lotta contro i fascisti. Ne “Il Prete giusto” da voce, raccogliendo le sue memorie con dovizia di particolari, la storia di don Raimondo Viale, nato nel 1907 e morto nel 1984, uomo di chiesa ma dalla stessa abbandonato solo e malato.
Nel mezzo dell’infanzia vissuta nelle campagne che circonda Cuneo, don Raimondo racconta i tempi duri dell’infanzia, la sofferenza della prima guerra mondiale, l’inizio degli studi in Seminario, dove comincia per lui il periodo della ribellione ai soprusi. Terminati gli studi si insedia nella parrocchia di Borgo San Dalmazzo, dove nonostante la Chiesa gli mettesse i bastoni fra le ruote, continua imperterrito a predicare contro la guerra stessa. Mandato via dalla curia dalla sua parrocchia, don Raimondo, si schiera dalla parte giusta, dalla parte dei deboli, degli oppressi e degli ebrei con la volontà, lui prete cattolico, di salvare centinaia di ebrei in fuga dalla Francia, che gli varrà il riconoscimento di “Giusto d’Israele”.
Don Raimondo anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in un’Italia piena di macerie, di povertà e fame, non smette mai di stare dalla parte di chi soffre, senza chiedere a nessuno nulla in cambio. E’ il suo grande cuore e la retta via insegnata dal Vangelo a convincerlo a proseguire nella sua missione, dare la voce agli ultimi e chiedere sempre con profonda convinzione finalmente una vera giustizia per il suo popolo. Il suo modo di agire e di pensare non viene ovviamente visto di buon occhio dalla Chiesa, anzi lo giudica un grave affronto e proprio per questo motivo lo umilierà sospendendolo a divinis. Per me questo è un libro da consigliare, per ricordare e tenere sempre viva la memoria di chi in quei periodi bui per l’Italia, è stato un “giusto”.
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