Ho chiesto di avere le ali di Anthony Godby Johnson
di Jessica G. – classe 3 – Istituto Tecnico Statale “Ziga Zois”, Gorizia
Ho chiesto di avere le ali di Anthony Godby Johnson
Anthony definisce il libro un inno alla gioia. E lo è. Ogni pagina trasmette entusiasmo per la vita, positività, desiderio di stabilità, felicità e di calore che solo l’amore di una famiglia può dare. La storia, ambientata nella New York degli ’80 e ‘90 racconta la storia di un bambino mai diventato adulto, che fino alla fine ha sopportato dolore fisico e sofferenza psicologica, guardando sempre avanti nella speranza di un futuro radioso. Questa è la biografia di Anthony (nel libro Toby), che dopo aver subito per anni umiliazioni da parte dei genitori e abusi da parte di amici di famiglia, a undici anni trova il coraggio di chiamare il telefono azzurro. Dall’altra parte della cornetta due operatori sociali, un uomo e una donna, fra loro sconosciuti, che prendendo a cuore Tony e il suo ottimismo irremovibile, finendo per diventare più che conoscenti e riuscendo a fargli vivere la vita da lui tanto sognata. Una storia che non unisce solo tematiche come abuso, amore, odio, droga, ma anche quella dell’amicizia, in quanto Tony fin da piccolo ha al suo fianco il suo inseparabile amico David, un ragazzo totalmente diverso da lui, un eterno pessimista che diffida da chiunque, ma che per Tony avrebbe fatto di tutto. Il libro è privo di noia o monotonia, ma solo 221 pagine che profumano di vita e ricerca della felicità. Leggendolo, potreste finire per avere il magone e piangere lacrime di amara tristezza, ma vi prometto che ci saranno anche momenti felici che vi daranno qualche minuto di pace. Una storia che è vicina a tutti noi in quanto buona parte del libro è vissuta in età adolescenziale, raccontando quindi anche i vari dilemmi e varie esperienze che questo delicato periodo della vita di tutti porta. Sono certa che vi affezionerete a Tony e alla sua storia e spero che, se mai decidiate di farvi un giro su questa giostra di emozioni, ve ne ricorderete come un’esperienza che ha lasciato in voi qualcosa di positivo. Era ciò che lui desiderava: scrivere un “inno alla gioia”.
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