Cuore di tenebra di Joseph Conrad

di Elisa M. – classe 4 – Liceo Scientifico Statale “G. Marinelli”, Udine
Cuore di tenebra di Joseph Conrad
Cari lettori, vorrei suggerirvi la lettura di un racconto, a tratti indecifrabile, ma affascinante e coinvolgente: Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Conoscerete Marlow, il protagonista che parla del suo viaggio sul fiume Congo e di un incontro che l’ha segnato in eterno. Leggendo Cuore di tenebra, miei venticinque lettori, vi troverete immersi un mondo quasi magico: una giungla fittissima popolata di uomini diversi da Marlow, che non possono capirlo, e che lui non può capire. Il suo pensiero rimane confinato dai grandi alberi e protetto dal silenzio della foresta. Il marinaio vive la sua avventura, la ricorda con la sua memoria, la trasmette con le sue parole: ma questa sfugge, si inabissa nell’incapacità di espressione dell’uomo dei momenti che hanno tanto sconvolto il suo animo. Nel cuore della foresta, Marlow naviga alla ricerca di un uomo, ammirato e amato da tutti coloro che l’hanno conosciuto, un’incognita misteriosa che per lui diventa quasi un’ossessione: si tratta di Kurtz, una voce, più che una figura in carne ed ossa, la quale vive nei miti raccontati dai marinai. Eppure, questo uomo incredibile è vicino, acclamato dagli abitanti della foresta stessa: un essere pazzo ma lucido allo stesso tempo. Il fascino di Kurtz resta confinato nella sua immagine, perché non è espresso dall’autore quando Marlow ne fa la sua conoscenza: il cercatore d’avorio compare come un uomo grandioso ma morente. Così come sfuggiva a Marlow nei racconti di coloro che l’avevano conosciuto, sfugge a noi lettori che abbiamo l’onore di incontrarlo nelle pagine del racconto per un momento tanto breve da lasciarci quasi delusi. Ma è Marlow, il nostro tramite, la causa della nostra amarezza: un uomo dai buoni costumi, lineare, sveglio, che per mantenere la sua lucidità non può abbandonarsi alla pazzia del luogo né lasciarsi condizionare dalle parole e dalla storia del grandioso Kurtz. Lui ascolta, percepisce, riceve, ma rifiuta ciò che la sua mente non è in grado di digerire: Marlow ci racconta del viaggio, degli imprevisti, della difficoltà della navigazione, degli attacchi degli indigeni alla sua truppa, ma non si sofferma sui momenti salienti del suo incontro con Kurtz né sul significato di ciò che vede, sente e percepisce nella foresta. Non lo può fare, perché se così fosse, accetterebbe di far entrare nel suo cuore quelle tenebre e quell’oscurità che avevano contaminato ormai il cuore di molti. Il cuore della foresta si eraimpossessato di quello di Kurtz: si erano mescolati, avevano creato un essere straordinario e formidabile che un uomo comune non poteva comprendere se non abbandonando la parte razionale di sé. E forse è questo l’invito di Cuore di tenebra: abbandonarci un po’ di più alla parte meno comprensibile del nostro essere. Il libro ci tiene in sospeso, ci lascia con un senso di mistero ed amarezza, perché probabilmentevuole avvisarci: se pretendiamo di capire ogni cosa, siamo destinati a rimanere incompleti e insoddisfatti. Dobbiamo, invece, accogliere nel nostro cuore, puro e limpido, un po’ di quel mistero di cui la Natura ci circonda e che Marlow non ha saputo o voluto accettare.
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